Mennoniti, Amish, Hutteriti,
ma chi sono questi anabattisti ?
di
Roberto
Derossi
Erano
trascorsi appena quattro anni dalla loro nascita quando venne stabilito che
tutti gli anabattisti, uomini o donne, giovani o vecchi, sani o malati, fossero
immediatamente condannati a morte, senza alcun processo, ed i loro figli, non
ancora giunti all’età della ragione, prelevati e forzatamente educati alla
religione cattolica o protestante.
L’imperatore Carlo V, il 12 aprile 1529, promulgava infatti, l’ Editto di Spira, con il quale si stabiliva, per tutto l’Impero, che:
L’imperatore Carlo V, il 12 aprile 1529, promulgava infatti, l’ Editto di Spira, con il quale si stabiliva, per tutto l’Impero, che:
"
Ogni anabattista, ribattezzato per aver
raggiunto l'età della ragione, uomo o donna che sia, deve essere condannato a
morte, sia con la spada, sia con il fuoco, sia con ogni altro mezzo, senza alcun
processo preliminare "
Per quasi
cinquecento anni gli anabattisti sono stati demonizzati, perseguitati, braccati, torturati, e
uccisi. Oggetto d' inamissibile mistificazione storica, furono accusati assurdamente dei più orrendi misfatti: della guerra dei contadini (ma se non erano ancora nati !) e della creazione del violento Regno di Munster (ma se aborrivano ogni tipo di violenza, anche a difesa, rifiutavano ogni carica politica e rivendicavano la libertà religiosa !).
Queste vittime cristiane, emigranti loro malgrado, erano sempre alla ricerca di un rifugio, da un regno all’altro, sperando in tempi migliori.
Non male per questi cristiani erranti, definiti “anabattisti”, che facevano, dell’amore fraterno verso qualunque persona e della non violenza e non-resistenza la loro bandiera, provvisti dell’unica arma loro consentita: la fuga!
Queste vittime cristiane, emigranti loro malgrado, erano sempre alla ricerca di un rifugio, da un regno all’altro, sperando in tempi migliori.
Non male per questi cristiani erranti, definiti “anabattisti”, che facevano, dell’amore fraterno verso qualunque persona e della non violenza e non-resistenza la loro bandiera, provvisti dell’unica arma loro consentita: la fuga!
L’origine delle Chiese anabattiste nel Nord
America e l’immigrazione dall’Europa.
Molte
persone, che ignorano la storia dell’anabattismo, quando si trovano nel Nord
America, di fronte agli anabattisti odierni, cioè ai mennoniti, agli amish o agli hutteriti, nell’osservare il loro modo di vita,
le loro usanze, il loro vestire, il loro parlare e lo scrupolo nel rispettare le
regole della Comunità, sono portati a giudicarli persone quantomeno
“eccentriche” o “fuori dal tempo”. (*)
Se vogliamo però comprenderli, dobbiamo prima di tutto soffermarci su quanto si trova scritto nella Bibbia:
Se vogliamo però comprenderli, dobbiamo prima di tutto soffermarci su quanto si trova scritto nella Bibbia:
“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Gv. 2: 15-17)
E inoltre:
“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani,12:2).
“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani,12:2).
L’impegno nella
separazione dalle opere malvagie del mondo, e nel “Non conformatevi…”, è sempre stato
tenuto in alta considerazione da tutti gli anabattisti, sin dal loro sorgere. I
dolorosi e drammatici eventi sperimentati ed ancora vivi nella memoria
collettiva di tutti i discendenti anabattisti, hanno poi ulteriormente
influenzato questa inevitabile esigenza di separazione, che si è dimostrata
indispensabile per la loro sopravvivenza.
Separazione dal mondo,
come testimonianza cristiana
e salvaguardia
dell’identità.
Nel corso dei secoli, gli anabattisti hanno
sentito, in modo più o meno confuso, che il loro unico mezzo per sopravvivere
implicava forzatamente il vivere separati dal mondo. Da qui l’origine di
comportamenti collettivi che hanno coniugato le esigenze spirituali della vita
cristiana a quelle della identità da salvaguardare scrupolosamente, a difesa
della comunità.
Mentre si assiste a una sostanziale invariabilità nelle norme spirituali rivolte alla testimonianza di fede, quelle relative all’identità da salvaguardare si sono evolute, più o meno lentamente, nel corso degli anni. Così è stato, ad esempio, anche per gli Amish old order quando, alcuni decenni or sono, nacquero gli Amish new order, i quali, mentre da una parte accettavano alcune conquiste tecnologiche come la luce elettrica, il telefono ed il trattore, dall’altra sviluppavano una morale più severa e attenta ai fenomeni moderni.
Se testimonianza di fede e sopravvivenza hanno rappresentato le due esigenze fondamentali per giustificare la “separazione dal mondo”, un terzo elemento ha avuto un ruolo importante nella difesa di quelle tradizioni della fratellanza d’origine che ancor oggi possiamo constatare, spesso con sorpresa, in alcune comunità. Ci riferiamo al ruolo avuto in questa salvaguardia dalle loro colonie agricole.
La grande maggioranza degli anabattisti che giungevano in America erano agricoltori e allevatori ed erano indotti a preferire le immense terre incolte dove speravano di poter vivere con il loro lavoro, in pace e libertà. Poiché i loro trasferimenti avvenivano sempre in gruppi di famiglie unite da vincoli comunitari, nei luoghi isolati dove si stabilivano molto spesso costituivano delle colonie alla cui base non v’erano che le norme etiche e la visione di vita della loro fratellanza d’origine. Queste norme si dimostrarono fondamentali per lo sviluppo, l’armonia e il progresso della comunità, e utili a tutelarne l’identità religiosa e la “separazione dal mondo”.
Mentre si assiste a una sostanziale invariabilità nelle norme spirituali rivolte alla testimonianza di fede, quelle relative all’identità da salvaguardare si sono evolute, più o meno lentamente, nel corso degli anni. Così è stato, ad esempio, anche per gli Amish old order quando, alcuni decenni or sono, nacquero gli Amish new order, i quali, mentre da una parte accettavano alcune conquiste tecnologiche come la luce elettrica, il telefono ed il trattore, dall’altra sviluppavano una morale più severa e attenta ai fenomeni moderni.
Se testimonianza di fede e sopravvivenza hanno rappresentato le due esigenze fondamentali per giustificare la “separazione dal mondo”, un terzo elemento ha avuto un ruolo importante nella difesa di quelle tradizioni della fratellanza d’origine che ancor oggi possiamo constatare, spesso con sorpresa, in alcune comunità. Ci riferiamo al ruolo avuto in questa salvaguardia dalle loro colonie agricole.
La grande maggioranza degli anabattisti che giungevano in America erano agricoltori e allevatori ed erano indotti a preferire le immense terre incolte dove speravano di poter vivere con il loro lavoro, in pace e libertà. Poiché i loro trasferimenti avvenivano sempre in gruppi di famiglie unite da vincoli comunitari, nei luoghi isolati dove si stabilivano molto spesso costituivano delle colonie alla cui base non v’erano che le norme etiche e la visione di vita della loro fratellanza d’origine. Queste norme si dimostrarono fondamentali per lo sviluppo, l’armonia e il progresso della comunità, e utili a tutelarne l’identità religiosa e la “separazione dal mondo”.
L’emigrazione dall’Europa
Tra il 1683 e il 1945, a seguito del perdurare
delle persecuzioni e soprattutto ll'introduzione progressiva della leva
obbligatori nei vari stati, la quasi totalità degli anabattisti europei è
emigrata, soprattutto nell’America del Nord.
Il primo gruppo, di appena 13 famiglie di origine olandese, partì nel 1683 da alcune località del Basso Reno per raggiungere la Pennsylvania. A queste. nel ventennio successivo, si aggiunsero, provenienti dal Palatinato e da Amburgo-Altona, altre 40 famiglie anch’esse per la maggior parte di lingua olandese.
Dal 1707 ci fu un continuo flusso di anabattisti provenienti da ogni parte d’Europa, flusso che ebbe termine solo nel 1945. In Europa rimasero a testimoniare l’anabattismo, solo poche migliaia di credenti dislocati soprattutto in Olanda, Germania, Francia e Svizzera.
Si calcola approssimativamente che dal 1683 al 1945 siano emigrati negli Stati Uniti e in Canada oltre 55.000 mennoniti, 7000 Amish e 1500 Hutteriti.
Oggi negli Stati Uniti e nel Canada i Mennoniti ammontano a oltre 500.000, gli Amish a oltre 200.000 e gli Hutteriti a circa 45.000, affratellati in circa una cinquantina di gruppi, ognuno dei quali con un numero di aderenti estremamente variabile.
E’ molto significativo che la maggior parte dei discendenti degli anabattisti del XVI secolo sia emigrato nell’America settentrionale. Se si considera attentamente la loro storia, dietro questo fenomeno non vi è stata la spinta della miseria e dell’avventura. Altre sono state le loro necessità:
- In primo luogo il bisogno di libertà, della libertà fondamentale che è quella della coscienza, che non può essere libera se si è costretti ad accettare limitazioni e compromessi.
- In secondo luogo l’impossibilità di conciliare il fondamentale principio anabattista della non-violenza con l’introduzione, da parte dei moderni stati europei, del servizio militare obbligatorio.
- In terzo luogo il fatto che l’America si dimostrava non solo tollerante rifugio per i perseguitati, ma anche pronta ad accogliere chi voleva vivere un modello diverso di vita comunitaria.
Testimonianze
caratteristiche
Ovviamente non è questa la sede adatta per
narrare la storia degli eventi e dell’evoluzione delle comunità e dei gruppi
anabattisti nel corso di questi cinquecento anni dalla loro nascita o dal loro
arrivo nel nuovo mondo. Si cercherà molto più semplicemente di tracciare un
identikit delle tre principali fratellanze, sorvolando necessariamente sulle
molte e diverse particolarità presenti nei vari gruppi. E’ necessario, infatti,
prendere conoscenza che per gli anabattisti ogni Comunità o Chiesa locale è la vera
chiesa, perché essa è una realtà che può
sussistere e cominciare in ogni punto dello spazio ed in ogni momento del tempo,
in quanto si fonda sul Cristo della fede e sull’amore fraterno, senz’altra
mediazione ed autorità che quella pura, semplice e sola della sua
Parola (Ugo Gastaldi).
La
specificità della Comunità locale è quindi motivo di ricchezza e non di
divisione con le altre chiese sorelle.
Ognuna delle
tre fratellanze che costituiscono formalmente l’anabattismo, sia per motivi
storici che di testimonianza evangelica, sembra abbiano ricevuto una vocazione a
sottolineare un particolare Valore Evangelico tra quelli caratteristici vissuti
dagli anabattisti. Per tutte le Fratellanze l’identità anabattista si fonda sui
sette articoli del Fraterno Accordo di Schleitheim del 1527, ma si può osservare che
ogni Gruppo ha evidenziato, per sottolinearli, alcuni particolari
valori:
i Mennoniti quello missionario e caritatevole.
Per i Mennoniti è importante vivere nel mondo (senza tuttavia essere del mondo) per meglio adempiere, come facevano i primi anabattisti, al dovere di annunciare ovunque il Vangelo. E’ un annuncio da realizzarsi con il proprio comportamento non disgiunto da un fattivo amore verso qualsiasi persona, specialmente bisognosa. Poiché sono convinti che l’amore deve concretizzarsi in modo generoso, intelligente e totalmente disinteressato, hanno creato, sparsi nel mondo, innumerevoli centri assistenziali di ogni tipo e inventato e promosso, sin dal 1945, quello che oggi conosciamo come il Commercio equo e solidale a favore del terzo mondo. Il tutto coordinato sapientemente dal Comitato Centrale Mennonita (MCC). La loro evangelizzazione ha dato buoni frutti, poiché nel mondo i Mennoniti sono oggi oltre un milione e mezzo di cui il 60% nel terzo mondo!
gli Amish quello della non conformità allo stile di vita del mondo, congiunto ad una rigida etica.
Per evitare di vivere come vive il "mondo malvagio" è il motivo per il quale rifiutano alcune, o molte, delle innovazioni e comodità moderne, accettando un’austerità di vita e un abbigliamento uniformemente povero, usando la lingua delle origini e limitando gli studi a quanto necessario. E’ la testimonianza, anche missionaria, di una fedeltà di vita che vuol sottolineare i principali valori etici dell’insegnamento cristiano;
gli Hutteriti quello dell’amore vicendevole, nella comunione dei doni spirituali e materiali.
L’esigenza di manifestare l’amore fraterno, come insegnato dal Vangelo, si concretizza in un completo comunismo dei beni, illuminato dalla figura di Cristo, affinché nessun fratello possa trovarsi nel bisogno e la comunità possa essere tangibile segno e anticipazione del nuovo Regno di Dio in Cristo.
i Mennoniti quello missionario e caritatevole.
Per i Mennoniti è importante vivere nel mondo (senza tuttavia essere del mondo) per meglio adempiere, come facevano i primi anabattisti, al dovere di annunciare ovunque il Vangelo. E’ un annuncio da realizzarsi con il proprio comportamento non disgiunto da un fattivo amore verso qualsiasi persona, specialmente bisognosa. Poiché sono convinti che l’amore deve concretizzarsi in modo generoso, intelligente e totalmente disinteressato, hanno creato, sparsi nel mondo, innumerevoli centri assistenziali di ogni tipo e inventato e promosso, sin dal 1945, quello che oggi conosciamo come il Commercio equo e solidale a favore del terzo mondo. Il tutto coordinato sapientemente dal Comitato Centrale Mennonita (MCC). La loro evangelizzazione ha dato buoni frutti, poiché nel mondo i Mennoniti sono oggi oltre un milione e mezzo di cui il 60% nel terzo mondo!
gli Amish quello della non conformità allo stile di vita del mondo, congiunto ad una rigida etica.
Per evitare di vivere come vive il "mondo malvagio" è il motivo per il quale rifiutano alcune, o molte, delle innovazioni e comodità moderne, accettando un’austerità di vita e un abbigliamento uniformemente povero, usando la lingua delle origini e limitando gli studi a quanto necessario. E’ la testimonianza, anche missionaria, di una fedeltà di vita che vuol sottolineare i principali valori etici dell’insegnamento cristiano;
gli Hutteriti quello dell’amore vicendevole, nella comunione dei doni spirituali e materiali.
L’esigenza di manifestare l’amore fraterno, come insegnato dal Vangelo, si concretizza in un completo comunismo dei beni, illuminato dalla figura di Cristo, affinché nessun fratello possa trovarsi nel bisogno e la comunità possa essere tangibile segno e anticipazione del nuovo Regno di Dio in Cristo.
MENNONITI,
AMISH, HUTTERITI,
perché
non “ANABATTISTI"
?
Abbiamo
notato che tutte le Fratellanze, da un punto di vista dottrinale, si riconoscono
nel Fraterno Accordo di Schleitheim del 1527. Le differenze che
sussistono tra una Fratellanza e l’altra e all’interno delle stessa Fratellanza
sono dovute, oltre al rispetto più o meno rigido delle tradizioni del gruppo di
origine, a diverse sensibilità nell’interpretare la separazione dal mondo e il
diverso modo di rendere concreta la testimonianza dei diversi valori
evangelici.
Una delle caratteristiche teologiche principali e irrinunciabili degli anabattisti fu il loro profondo e assoluto cristocentrismo che li indusse a considerarsi non solo dei credenti nel Cristo vivente ma soprattutto suoi discepoli. Perciò, in origine, si chiamavano tra loro semplicemente fratelli o fratelli in Cristo. Oggi, constatiamo che tutte e tre le Fratellanze, sorprendentemente, fanno riferimento al nome di un loro particolare organizzatore o di una persona dimostratasi particolarmente importante per la loro storia. Se ne cerchiamo le motivazioni, ancora una volta dobbiamo ricorrere alle persecuzioni subite, al loro concetto di separazione dal mondo e all’esigenza di difendere la propria identità.
Una delle caratteristiche teologiche principali e irrinunciabili degli anabattisti fu il loro profondo e assoluto cristocentrismo che li indusse a considerarsi non solo dei credenti nel Cristo vivente ma soprattutto suoi discepoli. Perciò, in origine, si chiamavano tra loro semplicemente fratelli o fratelli in Cristo. Oggi, constatiamo che tutte e tre le Fratellanze, sorprendentemente, fanno riferimento al nome di un loro particolare organizzatore o di una persona dimostratasi particolarmente importante per la loro storia. Se ne cerchiamo le motivazioni, ancora una volta dobbiamo ricorrere alle persecuzioni subite, al loro concetto di separazione dal mondo e all’esigenza di difendere la propria identità.
IL NOME
MENNONITA
Innanzi
tutto si deve precisare che, contrariamente a quanto erroneamente viene in
genere divulgato, i Mennoniti non sono stati fondati dal prete
cattolico
(sic) Menno Simons né da lui potevano
ereditare il pacifismo che li ha contraddistinti sin dalle loro
origini. Figura di grande spessore, Menno si evidenzia
come scrittore e soprattutto come grande organizzatore che ha istituzionalizzato
una parte significativa degli anabattisti di seconda generazione sparsi nel nord
Europa. Tuttavia alcune caratteristiche introdotte da Menno nelle comunità da lui organizzate non
trovarono accoglienza né nelle comunità anabattiste del centro e sud Europa, né
in altre pur presenti nei territori del Nord. Ad esempio, gli anabattisti
olandesi, suoi connazionali, non si sono mai chiamati mennoniti ma Doopsgezinden, nome che usano ancora oggi
e che significa Battezzanti.
La disciplina ecclesiale introdotta da Menno Simons, fu considerata generalmente troppo rigida e non furono condivise nemmeno alcune sue “novità teologiche”, quali il concetto della “carne celeste di Cristo”.

La disciplina ecclesiale introdotta da Menno Simons, fu considerata generalmente troppo rigida e non furono condivise nemmeno alcune sue “novità teologiche”, quali il concetto della “carne celeste di Cristo”.
Con il
tempo, tuttavia, l’uso del termine Mennonita venne progressivamente utilizzato da
molte comunità anabattiste presenti nei diversi paesi. Ciò avveniva per
particolari motivi ed influenze esterne ma soprattutto al fine di evitare l’uso
del termine anabattista, che per molto tempo è stato oggetto di pesanti
persecuzioni e di inammissibili mistificazioni storiche.
Se, progressivamente, per evitare
l'ormai comune connotazione negativa del termine anabattista si è preferito
utilizzare l’etichetta Mennonita, questo termine non può dirsi privo
di una certa ambiguità. Innanzi tutto da un punto di vista religioso, quando si
considerano le tensioni tra separazione dal mondo e
responsabilità missionaria nel mondo. Molti gruppi mennoniti hanno
sottolineato or l’una or l’altra di queste tensioni, mentre altri hanno cercato
una loro sintesi. Un secondo aspetto dell’ambiguità del termine è dovuto alla
sua connotazione contemporaneamente etnica e religiosa. Spesso si è voluto
testimoniare una chiesa di pace separata da un mondo ostile e malvagio, con una
strategia etnica che incoraggiasse non solo l’endogamia, cioè il matrimonio
all’interno del gruppo, ma anche l’idea di essere un unico popolo e un medesimo
gruppo etnico. Un ultimo aspetto
dell’ambiguità del termine è rappresentata dalle varietà teologiche e culturali
che il termine "mennonita" raggruppa. Questo nome rappresenta
l’intero spettro delle comunità di matrice anabattista, forte di oltre 1.650.000 credenti, da quelle più
conservatrici a quelle più liberali, dalle più chiuse etnicamente a quelle più
aperte, dalle più separate dal mondo a quelle che vivono nel mondo, dalle più
missionarie a quelle che lo sono meno. Tutti questi vari gruppi che
rappresentano un numero molto variabile di comunità e di aderenti, si possono
contare, nel Nord America, in trentasei. In questo numero sono compresi, ad
esempio, sia i gruppi più tradizionalisti come gli Old Older Mennonites (simili per molti aspetti agli Amish e che contano 20.000
aderenti) o le comunità di origine russa degli Old Colony Mennonite Church (presenti soprattutto in Canada e che
raggruppano diverse migliaia di credenti), sia le Chiese più aperte quali la
Mennonite Church (che conta oltre
110.000 aderenti) o la Mennonite Brethren Church (che ne ha circa
70.000).
Grazie
soprattutto a queste due ultime Chiese, che hanno Università e studiosi di
spessore internazionale nel campo storico e biblico, in questi ultimi cento anni
si sono avuti grandi sviluppi nella conoscenza dell'anabattismo, non solo nel
campo della ricerca storica ma anche in quello dottrinale, che hanno consentito
una maggior dialogo con la cultura contemporanea, permettendo un aggiornamento o
l'abbandono di alcune tradizioni. Il mennonismo americano ha rappresentato e
rappresenta una grande ricchezza sotto l'aspetto testimoniale e culturale che ha
consentito un risveglio molto incisivo dell'attività missionaria. Anche il
principio della separazione dal mondo ha ormai subito una revisione con
l'abbandono, da parte della maggioranza delle comunità americane, delle vecchie
usanze di vestito e lingua. D'altra parte, oggi, come abbiamo visto, il 60% dei
mennoniti, cioè la
maggioranza, appartiene al Terzo mondo.
Se l’uso del
termine Mennonita,
nonostante talune critiche, viene ancora mantenuto, si può assistere alla
positiva rivalutazione del nome "Anabattista".
IL NOME HUTTERITI
Gli inizi di
questo esperimento comunitario non furono però privi di difficoltà, sia per la
presenza di gruppi troppo eterogenei sia perché la pratica della comunanza dei
beni era troppo nuova perché fosse accettata senza riserve. I continui arrivi di
anabattisti comportarono inoltre la nascita di due nuovi Brüderhof di cui uno ad
Auspitz nel 1531. Anche qui presto si rinnovarono incomprensioni e discordie e,
poiché la comunità era formata per la maggior parte da tirolesi, si rese
necessario chiamare dal Tirolo Jakob Hutter per risolvere le varie questioni
sorte. Hutter aveva non solo eccezionali doti di leader ed evangelizzatore, ma
era anche un grande organizzatore che percepiva chiaramente che una comunità
fondata sulla comunanza dei beni poteva reggersi e giustificarsi solo sulla base
di un più profondo ed attivo senso della fratellanza, che a sua volta poteva
alimentarsi soltanto alla fonte della più pura dottrina anabattista. Dottrina
che si doveva ispirare scrupolosamente agli Articoli di Schleitheim.
Dopo essersi recato in Tirolo per organizzare l’esodo totale dei fratelli della zona di Guffidaun, sopra Chiusa in Valle Isarco, (luogo dove era stato martirizzato il primo anabattista, Blaurock), Jakob Hutter per circa due anni, dall’estate del 1533 alla fine della primavera del 1535, si dedicò interamente a organizzare il Brüderhof. Ciò nonostante non tralasciò i contatti con gli altri anabattisti rimasti in Tirolo, molti dei quali lo raggiunsero poi ad Auspitz.
Nell’estate del 1535 Hutter si ritenne pronto a tornare in Tirolo per evangelizzare e ricostruire le congregazioni disperse a causa dalla persecuzione. Preavvisate del suo ritorno, le autorità austriache gli diedero una caccia spietata. La notte del 25 novembre 1535, mentre con la moglie incinta si trovava nella casa di Hans Steiner a Chiusa, venne sorpreso ed arrestato con la moglie, il padrone di casa con la sua anziana moglie ed una certa Anna Steiner.
Il 9 dicembre Jakob Hutter venne trasferito a Innsbruck dove si tentò con ogni mezzo di convertirlo. Dopo i soliti tentativi conditi da blandizie e ricatti, si ricorse alla consueta tortura riservata agli eretici, riservandogli però un trattamento speciale. Non soltanto gli furono inflitti tutti i gradi delle usuali forme di tortura, compresa una barbara fustigazione, ma col pretesto di esorcizzarlo lo si tenne legato nell’acqua gelida (si era in pieno inverno) per farlo poi passare quasi congelato in una stanza surriscaldata, e versargli infine, sulle carni lacerate, dell’alcool al quale si diede poi fuoco. Hutter, nonostante le orribili sofferenze, rimase costante sino alla fine e fu condannato ad essere arso vivo. Venne bruciato pubblicamente a Innsbruck il 25 febbraio 1536.
Qui il 25 febbraio 1536
Alla notizia del
martirio del loro apostolo, i fratelli dei Brüderhofe vollero subito chiamarsi
Fratelli Hutteriti.
Oggi le Fattorie Fraterne (Brüderhofe) sono circa 500 (pern un totale di oltre 45.000 credenti) localizzate nella quasi totalità in Nord America e soprattutto in Canada, dove il loro elevato numero ha causato non pochi problemi, tanto da indurre il Governo canadese a proibire l’insediamento di un nuovo Brüderhof se questo non è a una distanza di almeno 80 chilometri da quello più vicino.
Scrive J.
Légeret nel suo
pregevole libro “Amish, una comunità fuori dal tempo”, edito da
Claudiana:“Oggi giorno, pochi Amish conoscono veramente
Jacob Amman che fu
all’origine dello scisma del 1693 e che diede il suo nome al movimento. In
realtà, gli Amish
eruditi oggi avrebbero piuttosto la tendenza a rimproverargli la sua
intransigenza nella disputa che l’oppose al vescovo Reist”.
Verso la fine del XVII secolo, tra gli anabattisti svizzeri del bernese sorse una disputa, causata da Amman e dai suoi seguaci, mirante ad introdurre una disciplina assai più rigida di quella sino ad allora seguita. Il punto fondamentale della riforma disciplinare patrocinata da Amman era un uso più severo della scomunica (detta meidung) che comportava non solo l’esclusione dalla Santa Cena ma anche dalla Comunità e dai rapporti con gli stessi famigliari. L’asprezza della posizione e il modo di volerla imporre, unita al pessimo carattere di Amman, portarono ad una completa rottura tra lui ed i suoi seguaci e la maggioranza delle comunità del bernese che, con il vesovo Reist, difendevano le posizioni tradizionali.
La separazione favorì Amman che poté introdurre altre novità, come il rito della lavanda dei piedi e le prescrizioni relative al costume esteriore, avvicinandosi con ciò alle regole introdotte da Menno Simons nelle comunità da lui organizzate. Senza addentrarci ulteriormente nella loro storia, gli Amish, a partire dal 1720, furono costretti, come tanti altri anabattisti, a scegliere la via dell’emigrazione verso l’America. All’inizio del XX secolo molti discendenti di questi emigrati Amish aderirono alle altre comunità di lingua tedesca sotto l’ormai comune etichetta di mennoniti. Gli unici a conservare, con minimi cambiamenti, le caratteristiche originarie del gruppo erano i 3700 Amish dell’Old Order. Nonostante essi abbiano, negli anni successivi, subito diversi scismi, come quello dei Beachy Amish e degli Amish del New Order, ispirati ad una maggior apertura verso la tecnologia del mondo moderno, oggi complessivamente il loro numero, grazie all’altissimo tasso di natalità, ha raggiunto la sorprendente cifra, compresi i figli non ancora battezzati, di oltre 200.000.
Gli Amish sia dell’Old Order che del New Order sono oggi presenti quasi esclusivamente negli Stati Uniti e in Canada.
Verso la fine del XVII secolo, tra gli anabattisti svizzeri del bernese sorse una disputa, causata da Amman e dai suoi seguaci, mirante ad introdurre una disciplina assai più rigida di quella sino ad allora seguita. Il punto fondamentale della riforma disciplinare patrocinata da Amman era un uso più severo della scomunica (detta meidung) che comportava non solo l’esclusione dalla Santa Cena ma anche dalla Comunità e dai rapporti con gli stessi famigliari. L’asprezza della posizione e il modo di volerla imporre, unita al pessimo carattere di Amman, portarono ad una completa rottura tra lui ed i suoi seguaci e la maggioranza delle comunità del bernese che, con il vesovo Reist, difendevano le posizioni tradizionali.
La separazione favorì Amman che poté introdurre altre novità, come il rito della lavanda dei piedi e le prescrizioni relative al costume esteriore, avvicinandosi con ciò alle regole introdotte da Menno Simons nelle comunità da lui organizzate. Senza addentrarci ulteriormente nella loro storia, gli Amish, a partire dal 1720, furono costretti, come tanti altri anabattisti, a scegliere la via dell’emigrazione verso l’America. All’inizio del XX secolo molti discendenti di questi emigrati Amish aderirono alle altre comunità di lingua tedesca sotto l’ormai comune etichetta di mennoniti. Gli unici a conservare, con minimi cambiamenti, le caratteristiche originarie del gruppo erano i 3700 Amish dell’Old Order. Nonostante essi abbiano, negli anni successivi, subito diversi scismi, come quello dei Beachy Amish e degli Amish del New Order, ispirati ad una maggior apertura verso la tecnologia del mondo moderno, oggi complessivamente il loro numero, grazie all’altissimo tasso di natalità, ha raggiunto la sorprendente cifra, compresi i figli non ancora battezzati, di oltre 200.000.
Gli Amish sia dell’Old Order che del New Order sono oggi presenti quasi esclusivamente negli Stati Uniti e in Canada.
IL NOME HUTTERITI
Decker
Brüderhof
Nel 1528 un gruppo di circa 200 anabattisti fu
costretto a lasciare la città morava di Nikolsburg (oggi Mikulov) alla ricerca di un luogo ospitale che li
accogliesse. Nonostante avessero venduto tutto ciò che era possibile, non
disponevano di molti mezzi. Tra di loro c’erano anche delle vedove e molti
orfani. Quando fecero la prima sosta in un villaggio abbandonato, narra la
Grande Cronaca Hutterita, “…questi uomini stesero un mantello dinnanzi a tutto
il popolo ed ognuno vi mise sopra i suoi possessi, volenterosamente e senza
costrizione, ed essi fecero questo per il sostegno dei bisognosi secondo gli
insegnamenti dei profeti e degli apostoli ”. Quest’atto confermò la loro
decisione di stare insieme e di assumersi la responsabilità dell’intero gruppo,
mettendo in comune tutto quello che possedevano secondo l’esempio di Atti
2:44.
Poco dopo riuscirono a stabilirsi nel territorio di Austerlitz, accolti benignamente dai signori feudali del luogo. Le terre abbandonate non mancavano ed evidentemente vi era grande bisogno di braccia. Trovato lavoro, protezione e soprattutto garanzia d’indipendenza il gruppo restò fedele alla vita comunitaria instaurata. Era il primo esperimento di un Brüderhof cioè di una Fattoria Fraterna.
Poco dopo riuscirono a stabilirsi nel territorio di Austerlitz, accolti benignamente dai signori feudali del luogo. Le terre abbandonate non mancavano ed evidentemente vi era grande bisogno di braccia. Trovato lavoro, protezione e soprattutto garanzia d’indipendenza il gruppo restò fedele alla vita comunitaria instaurata. Era il primo esperimento di un Brüderhof cioè di una Fattoria Fraterna.

Dopo essersi recato in Tirolo per organizzare l’esodo totale dei fratelli della zona di Guffidaun, sopra Chiusa in Valle Isarco, (luogo dove era stato martirizzato il primo anabattista, Blaurock), Jakob Hutter per circa due anni, dall’estate del 1533 alla fine della primavera del 1535, si dedicò interamente a organizzare il Brüderhof. Ciò nonostante non tralasciò i contatti con gli altri anabattisti rimasti in Tirolo, molti dei quali lo raggiunsero poi ad Auspitz.
Nell’estate del 1535 Hutter si ritenne pronto a tornare in Tirolo per evangelizzare e ricostruire le congregazioni disperse a causa dalla persecuzione. Preavvisate del suo ritorno, le autorità austriache gli diedero una caccia spietata. La notte del 25 novembre 1535, mentre con la moglie incinta si trovava nella casa di Hans Steiner a Chiusa, venne sorpreso ed arrestato con la moglie, il padrone di casa con la sua anziana moglie ed una certa Anna Steiner.
Il 9 dicembre Jakob Hutter venne trasferito a Innsbruck dove si tentò con ogni mezzo di convertirlo. Dopo i soliti tentativi conditi da blandizie e ricatti, si ricorse alla consueta tortura riservata agli eretici, riservandogli però un trattamento speciale. Non soltanto gli furono inflitti tutti i gradi delle usuali forme di tortura, compresa una barbara fustigazione, ma col pretesto di esorcizzarlo lo si tenne legato nell’acqua gelida (si era in pieno inverno) per farlo poi passare quasi congelato in una stanza surriscaldata, e versargli infine, sulle carni lacerate, dell’alcool al quale si diede poi fuoco. Hutter, nonostante le orribili sofferenze, rimase costante sino alla fine e fu condannato ad essere arso vivo. Venne bruciato pubblicamente a Innsbruck il 25 febbraio 1536.
Qui il 25 febbraio 1536
JAKOB HUTTER ANABATTISTA TIROLESE
VENNE ARSO SUL ROGO
(La targa posta a ricordo nel luogo ove venne martirizzato ad Innsbruk).
Oggi le Fattorie Fraterne (Brüderhofe) sono circa 500 (pern un totale di oltre 45.000 credenti) localizzate nella quasi totalità in Nord America e soprattutto in Canada, dove il loro elevato numero ha causato non pochi problemi, tanto da indurre il Governo canadese a proibire l’insediamento di un nuovo Brüderhof se questo non è a una distanza di almeno 80 chilometri da quello più vicino.
Roberto Derossi
Nota: (*) Ci sia consentita un'osservazione. La poca conoscenza e la presenza di pregiudizi alimenta, talvolta, atteggiamenti tra il perplesso e l’ironico, inducendo a giudizi poco equilibrati. Sorprende, in particolare, la meraviglia che dimostrano molti cattolici di fronte allo stile di vita degli Amish o degli Hutteriti, non riuscendo a percepire quanta analogia vi sia tra questi e la vita di alcuni ordini monastici, quali i Benedettini, che scelgono anch’essi di vivere comunisticamente separati dal mondo, dedicandosi alla preghiera e al lavoro (Ora et labora).
D'altra parte dimostrano di non essere neppure in grado di valutare quanto siano lontani gli Amish o gli Hutteriti dal tipo di vita, che dovrebbe generare ben altro e maggior stupore, praticato da altri monaci cattolici, quali i certosini o i trappisti o i camaldolesi. Essi, in base alla propria regola, si impongono l’autocarcerazione, vivendo la separazione dal mondo in solitudine e impegnandosi, per tutta la vita, a non mangiare mai carne, a digiunare per lunghi periodi, a non dormire mai per più di quattro ore consecutive, ad osservare il silenzio assoluto, a portare perpetuamente il cilicio e a fustigarsi periodicamente, a vestirsi solo e sempre di lana, a tenere sempre rasata la testa e non la barba, ed altro ancora.
Nota: (*) Ci sia consentita un'osservazione. La poca conoscenza e la presenza di pregiudizi alimenta, talvolta, atteggiamenti tra il perplesso e l’ironico, inducendo a giudizi poco equilibrati. Sorprende, in particolare, la meraviglia che dimostrano molti cattolici di fronte allo stile di vita degli Amish o degli Hutteriti, non riuscendo a percepire quanta analogia vi sia tra questi e la vita di alcuni ordini monastici, quali i Benedettini, che scelgono anch’essi di vivere comunisticamente separati dal mondo, dedicandosi alla preghiera e al lavoro (Ora et labora).
D'altra parte dimostrano di non essere neppure in grado di valutare quanto siano lontani gli Amish o gli Hutteriti dal tipo di vita, che dovrebbe generare ben altro e maggior stupore, praticato da altri monaci cattolici, quali i certosini o i trappisti o i camaldolesi. Essi, in base alla propria regola, si impongono l’autocarcerazione, vivendo la separazione dal mondo in solitudine e impegnandosi, per tutta la vita, a non mangiare mai carne, a digiunare per lunghi periodi, a non dormire mai per più di quattro ore consecutive, ad osservare il silenzio assoluto, a portare perpetuamente il cilicio e a fustigarsi periodicamente, a vestirsi solo e sempre di lana, a tenere sempre rasata la testa e non la barba, ed altro ancora.
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