28.6.10

"Il Cammino degli oppressi" : gli hutteriti

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Ringraziamo sentitamente TANGRAM ed il Relatore della Conferenza che ci hanno autorizzato, dietro nostra richiesta, a pubblicare questa Relazione di indubbio interesse per i nostri lettori.



L’esodo degli hutteriti

Relazione del prof. Christoph H. von Hartungen tenutasi il giorno 18 maggio 2010 a Merano, nell’ambito del ciclo di conferenze intitolato: “Il cammino degli oppressi”


La nascita del movimento anabattista

Man muß Gott gehorchen denn den Menschen” (si deve obbedire più a Dio che agli uomini): è questo il motto che forse caratterizza al meglio il precetto di vita degli hutteriti, un movimento religioso che ha da sempre ha posto la fede al di sopra di tutto e per questo disposto a seguire i precetti di vita biblici, nonostante sacrifici e persecuzioni.
Gli hutteriti fanno parte di un gruppo nato nell’ambito del grandissimo movimento riformista iniziato con Martin Lutero il 31 ottobre 1517 con l’affissione delle sue novantacinque tesi alla porta della chiesa di Wittenberg. Lutero si era apertamente schierato contro i peccati della chiesa, contro la pessima situazione ecclesiastica e religiosa del tempo. Il suo movimento venne per questi motivi indicato dai detrattori e in particolar modo dalla chiesa di Roma come “protestante”.
Lutero costituiva però solo la punta dell’iceberg di un fortissimo movimento popolare attivo soprattutto in Germania e caratterizzato da moltissime correnti, a volte anche in aperta concorrenza l’una con l’altra. Gli hutteriti sono, in questo senso, figli di quella riforma definita “popolare”, che ha origine proprio dalle posizioni di Lutero.
Lutero è il più grande intellettuale del mondo germanico, è un letterato, scrive in modo eccellente e ha dato avvio alla riforma della lingua tedesca moderna. Ha scritto parecchi libelli e trattati teologici tra cui il famoso “Von der Freiheit eines Christen Menschen“ (Della libertà del cristiano) del 1520. La libertà è qui intesa in senso teologico - religioso: il cristiano non necessita di sacerdoti, di preti, di cardinali o papi che lo indirizzino verso la giusta fede, come invece pretende la chiesa cattolica, ma è immediato a Dio, segue i precetti della Bibbia e perciò ha la libertà di credere senza intermediari.
Il popolo ha però inteso il programma di Lutero in modo letterario dando avvio nel 1523 alla più grande rivolta verificatasi nel mondo germanico di allora, la cosiddetta Bauernkrieg, la rivolta dei contadi contro i signori, oggi definita “Rivolta dell’uomo comune” perché in realtà vi hanno preso parte anche moltissimi abitanti delle città. Lutero, che godeva proprio dell’appoggio di principi e di potenti perché aveva “promesso” loro una nuova fede con conseguente maggiore libertà da Roma, ha preso le distanze in modo molto netto dalle posizioni del movimento contadino cercando in tutti i modi di fermarne la diffusione attraverso prediche e libelli.
Il movimento contadino prende comunque la sua linfa proprio dalla Riforma e cioè da motivazioni di carattere religioso: c’è la volontà di tornare alla chiesa primitiva, quando Gesù girava in povertà per il mondo con i suoi discepoli, quando non esisteva la gerarchia e non si era mai parlato di un cardinale o di un papa, quando la comunità cristiana aveva tutto in comune. Questo era più che altro il sogno della gente di quei tempi.
In questo contesto di correnti e pensieri, la riforma si espande assumendo varie sfaccettature: c’è Lutero, c’è la riforma di Ulrich Zwingli, riformatore di Zurigo, che, predicando fuori dall’ambito dell’Impero Germanico, riuscì ad attuare la riforma in modo più radicale in quanto la città di Zurigo era come una piccola repubblica, e c’è la riforma degli anabattisti.
È proprio a Zurigo che ha origine il movimento degli anabattisti, termine coniato dalla Chiesa cattolica e che in tedesco si traduce con il termine “Wiederteufer” - ribattezzati. Tre sono i personaggi fondamentali di questa riforma: Konrad Grebel e Felix Manz di Zurigo, e l’ex sacerdote cattolico Blaurock, romancio dei Grigioni.
Il caposaldo della loro ideologia è il totale rifiuto del battesimo infantile perché partono dal concetto che essere cristiani significhi essere coscienti di se stessi, nel senso che si può far parte della chiesa di Cristo solo se si è decisi di propria spontanea volontà. Ne consegue che ai bambini viene imposta una cosa da loro forse non voluta ed è per questo che gli anabattisti chiedono il battesimo degli adulti. Questa posizione li ha subito messi in contrasto non solo con la chiesa cattolica ma anche con Zwingli che si sentiva minacciato nel suo progetto politico.
La repressione è immediata: Grebel deve fuggire e morirà presto di peste, Manz verrà condannato a morte, ufficialmente dal Consiglio Comunale di Zurigo anche se dietro in realtà c’era Zwingli, ed annegato nel 1527 nel fiume Limmat di Zurigo. Fu il primo martire anabattista. Blaurock fugge, ripara dapprima nei Grigioni e poi in Tirolo dove, continuando a predicare, viene arrestato e bruciato vivo a Chiusa vicino a Bressanone. Il movimento degli anabattisti comincia così già sotto brutti auspici, ma nonostante ciò, si diffonde in modo molto vigoroso e fulmineo trovando numerosi sostenitori.

La situazione in Tirolo

Il Tirolo è una Contea principesca che fa parte dei territori degli Asburgo già dal 1363 al cui interno sono presenti due territori ecclesiastici: il principato vescovile di Trento e quello di Bressanone. Sotto l’imperatore Massimiliano I e grazie al boom delle miniere, il Tirolo è una delle regioni più ricche d’Europa, ma già verso il 1520 si sentono le prime avvisaglie che questo bene sta per esaurirsi; serpeggia una crisi latente che scoppierà in tutta la sua veemenza con la Riforma e anche con il movimento dei contadini.
Cinque anni dopo, nel 1525 scoppia infatti la cosiddetta “Guerra Rustica”, la guerra dell’uomo comune prima a Bressanone con Gaismair e nell’alta valle dell’Inn, poi in una seconda fase verso Rodengo, Fiè e soprattutto nel Trentino, in primo luogo in Val di Sole e in Valsugana. I moti contadini vengono però subito soppressi. In realtà l’arciduca Ferdinando, fratello dell’Imperatore Carlo V, e soprattutto il principe-vescovo di Trento Bernardo Cesio, uno dei personaggi più importanti del vescovato di Trento, avevano cercato di andare incontro ad alcune richieste della popolazione che potevano essere soddisfatte senza scombussolare troppo l’apparato amministrativo e territoriale, ma la gente era comunque frustrata e depressa perché nonostante la rivoluzione nulla era cambiato.
In una tale situazione di scontento generale, la reazione tipica della gente è quella di rivolgersi verso altre mete scoprendo una maggiore religiosità, ma non quella tradizionale cattolica bensì le ideologie della Riforma Protestante degli anabattisti.
Portavoce in Tirolo di questo programma radicale è Jacob Hutter, originario di Moso presso San Lorenzo di Sebato in Val Pusteria. Di lui non si conosce il cognome ma solo la professione: faceva il cappellaio (Hut in tedesco significa cappello) e questo spiega anche il nome dei suoi seguaci “hutterer” – cappellai. Come lavorante cappellaio, Hutter è spesso in viaggio per compiere l’apprendistato, e forse proprio in uno dei suoi viaggi ha conosciuto Blaurock. Dopo la morte di quest’ultimo è infatti Hutter ad emergere come guida spirituale, teologica ed anche organizzativa di questo nuovo movimento che mira al ritorno alla chiesa semplice delle origini.
Capisaldi del pensiero hutterita sono innanzitutto il rifiuto del battesimo infantile, la consapevolezza che ogni cristiano è sacerdote di se stesso, senza la necessità di ricevere una particolare ordinazione così come avviene nella chiesa cattolica, e il fatto che il cristiano non appartiene a questo mondo. Egli ha come meta finale l’aldilà per cui non si interessa né di politica né di stato, non giura all’Imperatore, ma solo a Dio; questo mondo è solo un momento di passaggio. Con simili posizioni le due grandi potenze di stato (che sta andando a formarsi attraverso l’operato dei principi che chiedono sempre più potere con nuove leggi ed ordinamenti per diventare stati forti e sotto un dominio assoluto – il preassolutismo) e chiesa si sentono rifiutate reagendo contro il movimento in modo molto violento.
Gli hutteriti tirolesi rifiutano totalmente la violenza e vivono in comunione dei beni basandosi sul precetto della Bibbia in cui Gesù esorta chi vuole seguirlo a vendere tutti i beni e a distribuirli ai poveri. Da qui si capisce come il fulcro centrale del movimento anabattista hutterita sia la Bibbia, l’unica e suprema autorità.
Il movimento trova molto seguito, ma già dal 1529 per i seguaci di questa nuova fede si ha la sensazione che vivere in Tirolo sia pericoloso. Si cercano dunque delle zone dove vivere in tranquillità e portare avanti la propria fede.
La nuova zona viene individuata nella Moravia, oggi regione della Repubblica Ceka, al confine con l’Ungheria. Sotto dominazione turca, è una zona molto disastrata e poco abitata, i cui Conti sono simpatizzanti della nuova riforma e interessati ai nuovi coloni, tra cui Hutter che vi si trasferisce come predicatore nel 1532.
L’imperatore, venuto a conoscenza della situazione della Moravia, preme sui nobili locali affinché blocchino il movimento anabattista eliminandone i capi. Nel 1535 Hutter è costretto a tornare in Tirolo con la moglie in stato interessante, viene arrestato vicino a Chiusa, incarcerato e portato a Innsbruck, poi torturato e arso vivo. Il movimento anabattista chiaramente non è finito con la morte di Hutter, anche se la repressione si fa sempre più cruenta.
Dal 1539 al 1560 si verifica, infatti, una certa stagnazione nel senso che il richiamo verso questo movimento scema vistosamente. Lo stato e la chiesa temono che le fughe degli anabattisti facciano fuoriuscire dalle loro terre anche tutti i loro beni e le ricchezze e che il gettito fiscale ne possa risentire. Le comunità hutterite sono infatti ricchissime perché tutti lavorano (il lavoro è un modo per lodare il Dio) e tutti contribuiscono alla vita della comunità; non prelevando denaro per sé, le comunità riescono ad accumulare molte ricchezze. In concomitanza con il Concilio di Trento inizia così un’azione di maggiore clemenza e apertura nei loro confronti. Nel periodo 1560 - 1627 sia una sola notizia di un sospetto anabattista presso Innsbruck.
Nel 1618 scoppia la Guerra dei Trent’anni; nel 1621 i cattolici riescono a vincere i protestanti in Boemia e in Moravia e da lì parte la ricattolicizzazione dei territori. Gli anabattisti non hanno altra scelta che iniziare a migrare soprattutto in Transilvania sotto il dominio turco notoriamente molto tollerante, dove vivono indisturbati fino al 1767. Ma già con il principe Eugenio di Savoia, l’Austria aveva sconfitto i turchi ed era riuscita a riconquistare tutta l’Ungheria compresa la Transilvania. Nel 1767, con Maria Teresa d’Austria, parte una fortissima ondata di cattolicizzazione e gli hutteriti si vedono nuovamente minacciati e costretti a fuggire in Valacchia, un territorio che oggi fa parte della Romania ma che allora era un principato sotto il dominio turco. La Valacchia è una zona molto povera e gli hutteriti vi restano per soli tre anni. Nel frattempo l’imperatrice Caterina di Russia aveva sottratto ai turchi l’Ucraina, un territorio scarsamente popolato, ma molto fertile. Per lavorare la terra e produrre ricchezza, l’imperatrice vi fa arrivare persone provenienti dall’Impero germanico e soprattutto le minoranze religiose oppresse (mennoniti, anabattisti) assicurando a tutti che non sarebbero diventati servi della gleba. In Ucraina gli hutteriti vi restano per circa cento anni quando lo zar introduce la leva obbligatoria ed essi, contrari alla violenza e all’uso delle armi, sono nuovamente costretti ad andarsene. Iniziano così i viaggi degli hutteriti verso le grandi praterie degli Stati Uniti e in Canada dove fondano le loro colonie presenti ancora tutt’oggi.

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