28.12.12

La mia identità anabattista (Una testimonianza)



OLANDA XVI SECOLO: BATTESIMO ANABATTISTA


LA MIA IDENTITA' ANABATTISTA
(Una testimonianza)
 
 Carissime amiche e carissimi amici,
(così il Signore chiama i suoi discepoli, cfr. Giovanni, 15:15),


Gesù non ha mai scritto nulla e nessuno ha potuto registrare le sue parole o stenografare i suoi discorsi.

Ma io sono convinto che chi ha scritto o riportato il “discorso del monte” (Mt. 5-7) lo ha fatto nella piena fedeltà al Suo messaggio e illuminato dallo Spirito di Dio .
In questo “Discorso” mi ci ritrovo completamente, viene appagata la mia sete di giustizia, di solidarietà, di amore, di comunione, di pace, di speranza. Mi illumina e mi induce a riconoscere e ad accettare la Signoria e la Salvezza offertami da Gesù.
Il “Discorso del monte” è la parte centrale e fondamentale di tutto il Nuovo Testamento. Se anche il resto non ci fosse, sarebbe sufficiente ad indicare il Messaggio di Gesù e quale sia la strada che deve percorrere colui che vuole essere suo discepolo e amico.

Sembra un’affermazione avventata ma dobbiamo considerare che per alcuni secoli i cristiani non possedevano il Nuovo Testamento. Anzi ciascuno di essi, e ciascuna comunità, si sentiva “in rapporto diretto con Dio per mezzo dello Spirito”. Ed anche più tardi, quando apparvero progressivamente gli scritti che portarono ad essere codificati come “Nuovo Testamento”, i cristiani si sentivano in certa misura liberi di fronte al testo sacro.

Le chiese “istituzionalizzate” piccolissime o piccole, grandi o immense, tutte si sentono diverse, e talvolta discutono tra loro, convinte di avere, esse sole, la Verità. Si preoccupano di stilare “Confessioni di fede”, codificare “interpretazioni bibliche”, creare “corpi direttivi”. Vanità delle vanità, si potrebbe affermare.

Ritorniamo al punto di partenza: non ci si accorge che Gesù “non ha scritto nulla” perché Egli voleva che i suoi discepoli e amici lo confessassero non con ideologie o teologie ma con il loro “stile di vita”, dal quale scaturisse l’amore e la speranza dell’uomo nuovo, l’uomo rigenerato dallo Spirito, l’uomo testimone di Cristo, l’uomo che continua, in quanto incorporato in Lui, la Sua opera di Salvezza:
“… Io ti ho posto come luce delle genti perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra ". (At. 13:47)
Roberto Derossi


 
 

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