CROCIFISSO E RADICI CRISTIANE
In questi momenti di ampia e accesa discussione sull’esposizione o meno del crocifisso negli uffici pubblici, nelle aule dei tribunali, negli ospedali e nelle scuole dello stato (cioè di tutti i cittadini…) è doveroso porre attenzione, ma molta attenzione, a non confondere Cristo Gesù con il simbolo della croce...
Quest'ultima più che di pace, giustizia, amore e fratellanza è stata per secoli e secoli (e spesso lo è tuttora) simbolo di guerra (dalle assurde crociate alla violenza sanguinaria delle conversioni forzate in Europa e nelle Americhe), di odio fratricida (le guerre e le stragi di religione), di totale intolleranza (sia con la persecuzioni dei pagani e la distruzione dei loro templi, sia con l'inquisizione contro i dissidenti - "eretici" o "streghe - che hanno alimentato con le loro carni viventi le centinaia di migliaia di roghi in ogni angolo d'Europa), quanto poi all'amore, alla giustizia e all'uguaglianza... (la schiavitù è stata praticata dai cristiani e autorizzata dalla chiesa, la giustizia era differenziata per i nobili, per il clero e per la plebe, l'eguaglianza non esisteva perché si era o nobili o popolani per nascita e volere di Dio).
Questo sarebbe il reale contenuto delle cosiddette radici europee giudaico-cristiane che si vorrebbe richiamare vantandosene orgogliosamente di fronte agli europei "non cristiani". Radici così evidentemente contrarie al messaggio di Cristo che per secoli la Chiesa fu costretta, farisaicamente, a proibire ai fedeli la lettura della Bibbia... finché giunse la Riforma del XVI secolo che, nonostante ogni santa intenzione, non riuscì, purtroppo, a recuperare integralmente l'originaria visione cristiana...
Sembra giunto il momento che più di pretendere la citazione delle “radici cristiane” nella Costituzione europea, sarebbe molto più opportuno che la cristianità lasciasse ogni mistificazione e ogni orgoglio di superiorità, chiedesse perdono a Dio per le infedeltà portate al nome di Cristo, rispettasse umilmente e sinceramente sia i credenti di altre fedi sia gli atei, sia ogni "diverso" (perché solo di Dio è il giudizio sugli uomini!) e magari considerasse giunto il momento di abbandonare il simbolo del crocifisso per un simbolo che esprima meglio il messaggio di Cristo, da conservare e coltivare nel proprio intimo, un simbolo che significhi serenità, gioia e speranza, com'è la resurrezione di Gesù, perché Egli ai suoi ha promesso innanzi tutto il Regno di Dio, chiedendo in cambio fede nel seguirLo come discepoli obbedienti e amore incondizionato verso ogni uomo.
P.S. Ringrazio il fratello Ronald per avermi indotto a questa riflessione.
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