8.6.08

Cronache Comunitarie - Palermo

CRONACHE DI PALERMO
Maggio2010



Le attività di una comunità non sono sempre “attive”. Capita, come capita ai figlioli di Dio, di avere periodi di fertilità e periodi di sterilità. Una statistica non certo esaustiva spiega che il periodo NO si verifica prevalentemente dopo un periodo SI. Forse, aggiungo io, perchè altrimenti non si evidenzierebbe la differenza. Ovvero come notare il calo se non si proviene da un periodo florido? Mi pare la scoperta dell’acqua calda!

Questa premessa per motivare, non certo per giustificare, le scarse attività che la comunità di Palermo, in questo ultimo periodo, ha avuto. Ciò nonostante vanno menzionati due eventi degni di nota, come isole di raccoglimento in un mare in cerca di quiete: le due serata a pizza e film che abbiamo felicemente passato in febbraio e marzo. A parte la pizza sempre buona (la mangerei quasi ogni giorno), la prima proiezione basava la trama su due uomini affetti da cancro e prossimi alla morte. Sapendo di morire ad un tempo stabilito, cosa si farebbe del tempo che rimane? Il film tratta l’argomento con serietà ma con altrettanta ironia e si alternano momenti di tristezza con momenti di assoluta comicità.

A tutti consiglio la visione di “Non è mai troppo tardi”, interpretato magistralmente da Jack Nicholson e Morgan Freeman. Il secondo film, “Gifted hands”, tratta della storia del neurochirurgo Ben Carson, la sua infanzia difficile vissuta da ragazzo di colore, in un’America intollerante, la sua specializzazione medica, il suo successo professionale dettato da interventi al limite del possibile e della sua fede fatta di poche prediche e di molta pratica. Un buon film per aprire un dibattito sui “miracoli” che Dio compie ogni giorno nella nostra vita. Scelgo questi film perchè ritengo utile affrontare argomenti come la fede, la morte, la preghiera, la conversione, ecc. con film che non sono etichettati “cristiani” ma che trattano argomenti che ad un cristiano aiutano sicuramente a riflettere e a modulare il proprio pensiero in virtù di ciò che sanno di Dio e del desiderio di saperne di più. Voglio serbare in ultimo, ma certamente non come ultima, la notizia che ci è giunta del matrimonio di Rita e di Roberto che si terrà in chiesa Valdese il 5 agosto prossimo. Non capita spesso nelle nostre comunità di assistere ad un matrimonio tra membri e Rita è una di quelli più attivi e personalmente credo che questa giovane sorella, abbia risorse che potrebbero essere disposte al servizio della comunità.

Speriamo e preghiamo che ciò avvenga nella volontà di Dio e con la collaborazione della comunità tutta. Per il resto il lungo inverno siciliano, fatto di tanta, tanta, ma tanta pioggia, volge al termine e ci si aspetta una estate tanto, tanto, ma tanto calda. A coloro i quali decidessero di venire in vacanza in Sicilia, diciamo: vi aspettiamo con gioia.

Vi lascio con un mio pensiero: Quello che ero non sarò più e quello che sarò non lo so ancora. Forse so quello che sono: lontano da quello che ero e vicino a quello che sarò.

Salvo Di Cristofalo






PALERMO, 2-4 MAGGIO 2008.

La Comunità di Palermo

Dal 1° di maggio, per tre giorni, a Paler­mo, presso la comunità cristiana El Shad­dai, si sono tenuti una serie di attesi incon­tri con i fratelli della comunità “sorella” di Rho.
Quest’anno il “vento del nord” ci ha por­tato Cesare Soletto, ormai presenza indi­spensabile in queste occasioni, Riccardo Mancini e la giovane simpatica promessa, Marco Mantovani.


Il duo, Marco e Riccardo.
E non solo. Una novità ha arricchito ulte­riormente la comunità: la visita del fratello Domenico Maselli, uomo di Dio ma anche presidente della Federazione Chiese E­vangeliche Italiane.
Il caro fratello in occasione del culto stra­ordinario organizzato in giornata di saba­to, durante il sermone, ci ha allietato con una oratoria colta, semplice e coinvolgen­te.
A parte le noiose pastoie burocratiche concernenti l’Associazione delle Comunità Cristiane che vedono coinvolto il gruppo di Palermo, il culto domenicale ha avuto il momento centrale in tre battesimi.
Salvo, Marisa e Serena hanno voluto te­stimoniare in pubblico tra fratelli, amici e parenti, la loro scelta di vita.


I tre battezzandi: Salvo, Marisa e Serena

Un complimenti a loro e un grazie al Si­gnore Gesù che ha “chiamato” anche loro.



Battesimo di Salvo


Un saluto e… alla prossima.

Salvo Di Cristofalo


UNA DOMENICA PARTICOLARE
di
Salvo Di Cristofalo




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Era da tempo nell’aria: una domenica differente dalle solite, nella quale dedicare un messaggio di ringraziamento e di incoraggiamento ai conduttori della comunità El Shaddai. Questo compito è stato dato a chi scrive. Qui un breve sunto del messaggio.
Come definiamo i responsabili o conduttori di una comunità? Chi sono o chi dovrebbero essere?
Certamente dei fratelli o delle sorelle che si impegnano per sé e per gli altri , che hanno una sobria condotta, che sono onorati dagli altri membri. Si possono trovare le caratteristiche in molti passi della bibbia, specie nelle lettere di Paolo.
La Comunità Cristiana El Shaddai ha da tempo identificato in Carmine, Francesco e Sergio i responsabili-conduttori; uguali in una comunità di uguali.
Se un giorno non dovessero più essere tra noi, ricorderemo la loro fede, forse non la loro coerenza di santità ma certamente il loro impegno nella ricerca della santità.
“Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede” (Ebrei 13:7).
Il fissare lo sguardo della mente sopra quei ricordi del passato, il riflettere su quelle vite, su quelle morti di conduttori, diletti, doveva spingere gli Ebrei ad imitare la fede sincera, franca, perseverante nel Signore Gesù, che aveva ispirato la loro vita santa e illuminata di celeste pace e di speranza la loro morte.


Ma perché attendere per ricordare, perché attendere per imitarli; facciamolo ora!


Spesso chi è responsabile, approfitta del suo status e trasforma il suo servizio in un voler essere servito. Altre volte (è questo il nostro caso) chi è responsabile si sente servitore dell’altro e combatte la lotta per sé e per gli altri, non che può lui salvare, ma lavora affinché la sua gioia sia condivisa, il suo amore per l’altro sia trasmesso, il suo amare senza confini sia apprezzato, il suo predicare sia messo in pratica, .... e le sue debolezze siano motivo di crescita.
Chi lavora ha un obiettivo: il guadagno. Anche il conduttore, il responsabile desidera il suo guadagno. Quale? Ricchezza, amicizie politiche, una bella casa, auto di lusso, viaggi di piacere, … favoritismo da parte dei membri, cura di sè e primi posti in chiesa, osannato e .... idolatrato? Certamente no.
Il guadagno del conduttore di una comunità di uguali è portare anime a Cristo. Vegliare per noi come chi deve renderne conto. E sperano di fare ciò con gioia, allegria, serenità, realizzando nella crescita in qualità (non necessariamente in quantità) della comunità.
La soddisfazione più grande per un responsabile è di tornarsene a casa dopo il culto con la certezza che ogni membro è diventato sempre più mattone di quell’ edificio che l’ architetto divino sta costruendo giorno dopo giorno.


Spesso fra noi, purtroppo, assistiamo a risentimenti fra fratelli, disattenzione per gli insegnamenti trasmessi, capovolgimento dei comportamenti cristiani predicati, pettegolezzi, maldicenze, ingiurie e offese con parole riprovevoli. Che delusione! Che delusione, che fallimento, che scoraggiamento per un responsabile vedere che l’impegno profuso non ha creato uomini nuovi e donne nuove e pensa che forse non ci sa fare, si scoraggia, ma chi glielo ha fatto fare e … sospira amareggiato.
“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità” (Ebrei 13:17).
E un conduttore che sospira deluso e amareggiato non è più di alcuna utilità per la comunità, non ha più la forza di reagire, di proporsi.
Perché chi pasce il gregge è pastore del gregge, pone attenzioni particolari ad esso, pulisce il pelo, fa attenzione che non finisca contro i rovi, cerca la pecorella smarrita e cerca di indirizzarla verso il ... Cielo.... mai verso sé stesso.
“Pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce” (1Pietro 5:2-4).


E grazie a Dio in questa comunione di santi non abbiamo pastori che dominano, che indirizzano verso se stessi.
La testimonianza di ciò è il fatto che io sto qui e loro oggi ascoltano questo sermone.
E quando Gesù ritornerà essi riceveranno onore. Onore. Che significa questa parola? Uomini d’onore non sono i mafiosi che rispondono al codice d’onore della violenza e della sopraffazione del più debole,.... ma noi dovremmo tutti essere uomini e donne d’onore, ovvero che rispondono al codice onorevole dell’insegnamento d’amore e di altruismo di Gesù. E l’onorevole non si autoproclama tale, ma è riconosciuto da una autorità più grande. Il popolo di elettori che per libera scelta lo elegge. Il popolo quindi è autorità più grande dell’onorevole che siede al parlamento.


Purtroppo il sistema ha sovvertito tale ordine.


“Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch’egli è soggetto a debolezza; ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per sé stesso quanto per il popolo. Nessuno si prende da sé quell’onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aronne. Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato»” (Ebrei 5:1-5).


Considerato, quindi, che nessuno si prende da sé quell’ onore, neanche Cristo lo prese, se volessimo onorare i nostri conduttori, chi potrebbe farlo se non l’intera comunità? L’invito esteso a voi tutti è quindi di rendere l’onore a fratelli che si impegnano, si sforzano di condurre tutti noi verso … il Cielo, verso quel Regno, verso quella trasformazione che opera su uomo o donna l’AMORE di Dio in Gesù Cristo nostro Salvatore.
Siate quindi orgogliosi di questo momento, fratelli e sorelle della comunità! Non capita spesso di avere assemblee dove il pastore non domina e di vedere assemblee che onorino i responsabili per il loro impegno e fede. Piuttosto tristemente si assiste a comunità dominate dai conduttori e a membri distratti e maldicenti verso i responsabili.
Ma non solo i conduttori possono essere onorati, ma come scritto in 1 Pietro 2:17 Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re. L’onore , infatti non va reso solo in un senso ma in tutti i sensi, gli uni verso gli altri:


“Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente” (Romani 12:10.)
Ora fratelli e sorelle, il bello di questo gesto compiuto stamattina, si traduce con una gioia, la gioia espressa in 1Corinzi 12:26: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui”.
Anche nel rapporto Padre e Figlio vi è un rendere reciprocamente onore (Giovanni 8:49).
Più volte abbiamo sentito e partecipato di voler seguire Gesù , essere suoi discepoli, essere alla sequela di Cristo; ebbene il dono meraviglioso che si otterrà è ancora una volta l’onore, non più dagli uomini , ma questa volta da Dio Padre:
“Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l’onorerà” (Giovanni 12:26).
Nel giorno dedicato ai conduttori della Comunità Cristiana El Shaddai, sento l’ esigenza di ringraziarli e di incoraggiarli: fatevi animo anche se alcune volte la forza vien meno e oltre alle vostre personali quotidiane contrarietà, bisogna lottare con noi membri ribelli, distratti e svogliati, non gettate mai la spugna ma ….ma, come dice il SIGNORE, …quelli che sperano in Lui acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano”.


Carmine, Francesco e Sergio,
tutta la Comunità vi ringrazia e vi augura: Buon lavoro !


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